C’è una cosa che proprio non riusciamo a capire: come si “contrae” La Sindrome del Cugino.
Vediamo alcuni imprenditori agricoli, specialmente in ambito della viticoltura, che ci mettono l’anima per rendere l’azienda bella e unica.
Investono molto tempo, lavoro e soldi per ristrutturare un vigneto, la cantina, o i propri uffici, per mantenere tutto a norma di legge ed essere così competitivi in un mercato sempre più agguerrito.
Però, quando si tratta di affrontare l’investimento forse più importante di tutti – il sito web – se possono, cercano di risparmiare.
Ci chiediamo spesso come sia possibile tutto questo, quale motivazione spinga ad investire ingenti somme di denaro per rendere un’azienda moderna ed efficiente dal punto di vista operativo e nel momento in cui ci si appresta a farla conoscere al pubblico, ci si limiti proprio nello strumento che ne permette la visibilità.
In pratica è come la pubblicità che passavano qualche mese fa in tv nella quale un commerciante cacciava i clienti dal suo negozio. Incomprensibile verrebbe da dire!
Una risposta ce la siamo data in merito e simpaticamente l’abbiamo chiamata “sindrome del cugino”: questa si manifesta con la delega della creazione del sito al parente o all’amico più prossimo e ci sentiamo dire così: “…il sito lo fa mio cugino che ne capisce di informatica”.
Poi, guardando il risultato finale, ci accorgiamo che forse “quel cugino” era stato un po’ sopravvalutato in quanto a estro nel settore informatico. Dopo poco tempo capita che lo stesso imprenditore vitivinicolo prenda contatto chiedendoci perché il sito non riceve visite e il motivo per il quale non riesce a sfruttare questo strumento fondamentale.
Spieghiamo sempre come ragiona un potenziale cliente che desideri avere informazioni su un’attività, ecco in breve quello che fa:
1. Si collega ad internet, cerca mediante Google (spesso con dispositivi mobili) inserendo le parole chiave per trovare ciò che lo interessa ed esegue la ricerca.
2. Forse riesce a trovare qualcosa, consulta il sito dall’azienda che ha scelto, ma ne nota subito l’aspetto approssimativo e la scarsa qualità; è indotto a dedurre che le scarse informazioni riportate siano indice di contenuti poco curati e banali.
3. Torna così su google, esegue un’altra ricerca fino a quando non trova un sito web che lascia trasparire l’anima dell’azienda sostenibile e lo sceglie.
4. Se il sito lo convince, procede con il contatto, questa si chiama conversione.
E proprio sulla conversione bisogna puntare quando si realizza un sito internet o una campagna pubblicitaria! Se il nostro impegno economico iniziale punta alla realizzazione di una piattaforma web che converta il maggior numero di visitatori in potenziali interessati allora il tasso di conversione sarà elevato e più questo sarà elevato più il nostro progetto si ripagherà in velocità.
Se volete maggiori informazioni in merito all’attività o se preferite avere informazioni dettagliate e un’analisi gratuita della vostra attuale situazione non affidatevi “al cugino” ma a professionisti del settore.
Ciao Amici a presto!